mercoledì 1 settembre 2010

Canale Mussolini


Che libro appassionante!
In effetti avevo letto cose positive su Pennacchi. Pochissimi libri mi hanno segnato come questo. Sarò esagerata, sarà che l'argomento tratta posti che conosco molto bene, sarà che raramente si trovano opere che trattano storie dure, di epopee di popoli e persone durante la guerra non in modo tragico, ma sempre con sottile speranza e tenacia e voglia di vita.
Storia di una famiglia divenuta per esigenza "veneto-pontina", (de)portata dal fascismo, per salvarla dalla povertà, nelle mortifere paludi pontine da bonificare, ma nello stesso tempo dando a tutti la possibilità di riscatto assegnando loro, tamite l'O.N.C., case e poderi da coltivare per vivere, e sullo sfondo un fascismo che appare "buono", quello che i treni arrivano in orario ....un fascismo verso la gente, un fascismo pre follia bellica.
I personaggi diventano familiari dall'inizio e anche l'ipotetico interlocutore è affascinante.
Il finale è tenero e strappa quasi una lacrima.
Ho tratto la morale, se così si puo chiamare, che la passione verso le cose, la vita, le persone dovrebbbe essere scopo di una esistenze intera.